“Alla ricerca del lavoro perduto” – Bracciano, 3 novembre 2012

Per una civiltà fragile che annaspa nella palude l’ossigeno è la rivoluzione delle idee. Che possono, devono incrinare e ribaltare gli schemi della politica para-elettorale e delle impalcature economico sociali ego-centrate. Solidarietà e responsabilità. Luci al di là della siepe degli slogan fast food. Istituzioni, sindacati, associazioni, forze sociali, lavoratori, disoccupati, ricercatori, giovani “bambocciati” e

Per una civiltà fragile che annaspa nella palude l’ossigeno è la rivoluzione delle idee.

Che possono, devono incrinare e ribaltare gli schemi della politica para-elettorale e delle impalcature economico sociali ego-centrate.

Solidarietà e responsabilità. Luci al di là della siepe degli slogan fast food.

Istituzioni, sindacati, associazioni, forze sociali, lavoratori, disoccupati, ricercatori, giovani “bambocciati” e “maturi” esodati… cittadini. L’oggi è nelle mani di chi vuole scegliere criticamente contro la manipolazione e la deturpazione del futuro.

Un incontro partecipato, per un impegno comune che vuole ricostruire le aspettative del comprensorio certo provato dalla crisi, come tutto il Paese.

Alla ricerca del lavoro perduto”, il dibattito aperto sui temi ardenti e controversi del lavoro, del diritto al lavoro e della responsabilità sociale, rivolto a tutta la popolazione del comprensorio, svoltosi sabato 3 novembre presso l’archivio storico di Bracciano, ha visto la presenza di numerosi attori della zona, dagli amministratori dei comuni limitrofi, da Manziana a Ladispoli, ai presidi sindacali, dai lavoratori “temporanei” ai patronati, dagli operatori sociali ai rappresentanti provinciali.

 

 

La giornata, organizzata da un pannello volontario costituito dall’associazione culturale no profit “L’agone nuovo”, da CGIL, CEPI-UCI e SLI, ha registrato una buona risposta da parte dei soggetti invitati a discutere e programmare. Ma ha anche dimostrato quanto sia difficile e doloroso analizzare il Lavoro e quanto la gente non sopporti, a ragione, il pesante, troppo spesso ingannevole velo delle “chiacchiere”. Eppure la mattinata di sabato scorso ha cercato, provocatoriamente proprio un punto di inizio, o meglio di aggancio. Per coinvolgere davvero “tutti” nella ri-creazione attiva e fertile di un microcosmo che ha fame di crescita.Il comitato ideatore si è ispirato alla tanto bistrattata e riscritta Costituzione italiana. Se l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e il lavoro è un diritto bisogna re-imparare il senso attualmente (paradossalmente) nascosto degli articoli 1 e 4 della nostra storica e simbolica Carta. “Alla ricerca del lavoro perduto” è nato con molteplici, forse ambiziosi, ma quanto mai necessari obiettivi: sensibilizzare l’opinione pubblica per invertire la tendenza dell’indifferenza/depressione coatta; sottolineare concetti come la qualità della formazione e della specializzazione; rispolverare con foga l’urgenza di una trasparenza reale nei processi sociali che investono direttamente e indirettamente l’occupazione; esaminare le difficoltà quotidiane imposte in parte dal dettato “lacrime e sangue” euro-montiano, in parte da una genetica deviazione del sistema-stato dello Stivale, dove corruzione e sprechi, privatizzazioni e delocalizzazioni senza ratio hanno abbattuto gli orizzonti dello sviluppo, della ricerca e della stessa speranza; valutare l’ottica della rete e dell’integrazione delle competenze e della domanda/offerta.   Come recuperare occupazione? Come introdurre i giovani ad una strada irta di ostacoli a tempo indeterminato? Come sostenere i pensionati che sempre più diventano ponte, difesa e garanzia di famiglie sull’orlo del baratro di metà mese? Quali fonti, quali “energie” offre il territorio, come ripensarne la vocazione in modo sostenibile e giusto? Sono le domande che si sono posti e che hanno sostanziato i molti relatori del convegno e coloro che hanno aderito nel pomeriggio all’avvio del tavolo di lavoro prospettato tra gli obiettivi fondanti della giornata, con dati allarma(n)ti, dettagliati e spiazzanti perché quotidiani, dietro i quali si possono tuttavia studiare vecchie-nuove risorse e nuovissimi scenari. Tra gli intervenuti Claudio Valentini (CEPI-UCI comprensorio sabatino), Cesare Caiazza (CGIL Roma Nord Civitavecchia), Fabiano Mele (agronomo, direttore tecnico Caa Uci), Giuliano Sala (sindaco di Bracciano), Crescenzo Paliotta (sindaco di Ladispoli), Luca Polizzano (responsabile incubatore BIC Lazio di Bracciano), Massimo Bottai (CGIL-Filt Roma Nord), Rita Stella (assessore alle Politiche della Scuola della Provincia di Roma), Alessandro Borgioni (segretario FLAI CGIL Roma Nord Civitavecchia), Emiliano Minnucci (capogruppo PD alla Provincia di Roma), Fabio Napoli (scrittore e giornalista freelance), Eraldo Riccobello (SPI-CGIL Roma Nord Civitavecchia), Aldo Frezza (GAL Tuscia), Carlo Mazza (segretario generale Funzione Pubblica CGIL Roma Nord Civitavecchia), Giuseppe Zito (vicesindaco di Cerveteri), Paolo Bianchini (consigliere PD e presidente Commissione Politiche del Sapere e dello Sviluppo alla Provincia di Roma), Silvano Pasquali (presidente Associazione Commercianti di Bracciano), Paola Lucci (assessore all’Ambiente e ai Servizi Sociali di Bracciano), Gianluca Bruno e Loretta Nori (rispettivamente assessore alle Politiche Giovanili e assessore alle Attività Produttive e allo Sviluppo di Manziana), Giovanni Furgiuele (presidente Associazione Culturale no profit “L’agone nuovo”), Sarah Panatta (giornalista L’agone e moderatrice incontro). Ognuno ha espresso la fibrillante incontenibile esigenza, per la comunità intera, di cooperare con qualsiasi mezzo e progetto per rispondere alla democrazia fantoccio di questa Italia che naviga a vista, senza porto e senza “posto”.   Insostenibilità della routine per la famiglie precarizzate. Domande di disoccupazione lievitate presso i patronati. Ammortizzatori sociali che rattoppano a scadenza ravvicinata. Soglia disoccupati nazionale che tocca 2milioni e 800mila “unità”. Stadio emergenziale di una società dispari, incastrata da politiche recessive e mancanza di iniziative, e che ha totalmente perso il senso della comunanza. Amministrazioni locali strozzate dal patto di stabilità che vacillano sotto le incertezze e i drammi della popolazione cristallizzata nello shock di mesi dal fiato cortissimo, serrande abbassate, servizi depauperati, truffe regionali, cavilli/ricatti aziendali, stagnazione imprenditoriale. Dimezzamento delle aziende sul territorio e fame “agricola” (in)sanabile. Numeri virtuali della terra e numeri negati del credito mai erogato/erogabile. Crisi della liquidità e visione di potenziali integrazioni, metamorfosi, collaborazioni. Sindaci “gabellieri” e consorzi fruttuosi. Abisso della manifattura e rinascita dell’artigianato. E così via. Nelle parole che si sono inseguite è apparso distopico ma contingente il ritratto della crisi e al contempo sono state poste le basi concrete per la spinta di rilancio. Agricoltura, turismo-cultura, pesca, albergo diffuso, mercati km0, energie pulite e formazione. E… tante e da elencare e animare “insieme” le parole chiave per infondere adrenalina al comprensorio. Alle famiglie come ai singoli. Al Lavoro. Alla dignità. Nostra.   L’agone, CEPI-UCI-SLI e CGIL si sono impegnati, con amministratori locali e altre realtà della vita socio-economico-culturale del comprensorio, a edificare un Tavolo Permanente sul Lavoro e sullo Sviluppo. Sarà aperto a tutta la popolazione e convocato periodicamente, a scadenza ravvicinata e avrà duplice intento: funzionare come grimaldello sociale e ideare progetti rapidi per dare lavoro e linfa al territorio. Nel segno dell’interdisciplinarietà, del rispetto reciproco e della partecipazione. Solidali e responsabili, lavoriamoci su!

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