MARCIANO: DUE GIORNI A BRUXELLES PER DIFENDERE LE PICCOLE E MICRO IMPRESE

La Confederazione europea delle piccole imprese ha iniziato la sua attività di lobbying nelle istituzioni europee. Abbiamo sottoposto, nel giro di incontri organizzati presso il Parlamento Europeo, questioni fondamentali e di attualità per le nostre imprese associate, consegnando un piccolo dossier ai parlamentari con cui ci siamo confrontati. Il Presidente nazionale Rolando Marciano ha illustrato

La Confederazione europea delle piccole imprese ha iniziato la sua attività di lobbying nelle istituzioni europee.

Abbiamo sottoposto, nel giro di incontri organizzati presso il Parlamento Europeo, questioni fondamentali e di attualità per le nostre imprese associate, consegnando un piccolo dossier ai parlamentari con cui ci siamo confrontati.

Il Presidente nazionale Rolando Marciano ha illustrato le attività e le linee politico-sindacali della confederazione ed oltre ai temi contenuti nel dossier ha sollevato con forza la questione della compensazione tra crediti e debiti per le aziende con le amministrazioni pubbliche. La delegazione composta dal Presidente Rolando Marciano, da Federico Marcone e da Lorenzo Pirrotta ha incontrato nella giornata del 10 luglio l’On. Tiziana Beghin della Commissione Commercio internazionale, gli uffici dell’On. Alessia Mosca rappresentati dal dott. Francesco Cerruti, l’On. David Borrelli delle Commissioni Industria, Ricerca, Energia e Commercio internazionale. Il giorno successivo il confronto è stato con l’On. Paolo De Castro della Commissione Agricoltura, con l’On. Isabella De Monte della Commissione Trasporti e Turismo e con l’On. Daniela Aiuto della Commissione trasporti e turismo.

“Il problema della compensazione affrontato anche grazie a una battaglia fatta da CEPI e da ESBA (La confederazione Europea di PMI di cui facciamo parte) e quello della definizione di piccola e micro impresa è stato da noi sottolineato con grande forza e devo dire di aver riscontrato da parte dei nostri interlocutori una grande attenzione e una grande conoscenza dei temi. Nonostante fossero di diversi schieramenti a volte anche contrapposti sia in Italia che in Europa non abbiamo riscontrato inutili ideologismi sui temi affrontati.”

 

Di seguito riportiamo il piccolo dossier che abbiano consegnato ai Parlamentari nei diversi incontri.

 

 

 

AUTOTRASPORTO

 

Cepi e Trasportounito, la nostra federazione degli autotrasportatori pongono l’attenzione sui seguenti temi.

 

In materia di “cabotaggio stradale

 

Allo stato attuale, secondo la regolamentazione comunitaria, un vettore estero che entra in Italia per scaricare merce, può effettuare tre viaggi di cabotaggio stradale in Italia (aventi origine e destinazione su territorio nazionale) ma, in realtà, anche a causa di qualificati controlli tali veicoli stazionano e operano per periodi talmente lunghi tanto da generare una concorrenza sleale nei confronti dei vettori nazionali.

Una concorrenza sleale dovuta ai ribassi dei costi di esercizio dei vettori esteri, alla fruizione di un più favorevole regime fiscale e al dumping sociale con conducenti meno costosi.

Occorrerebbe porre un freno, anche di natura temporale, con norme meno flessibili se non addirittura con una sospensione dell’attività di cabotaggio stradale. Ciò rappresenterebbe la pre-condizione indispensabile per attuare una riorganizzazione complessiva del settore già colpito dalla crisi industriale e commerciale.

 

In materia di “Distacco dei lavoratori

In base ai Regolamenti UE nn. 883/2004 e 987/2009 relativi al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, in caso di distacco di lavoratori in ambito europeo l’azienda distaccante è tenuta a richiedere all’Istituto previdenziale del paese del lavoratore distaccato il rilascio del modello A1 sulla sicurezza sociale che certifica la legislazione previdenziale applicata al lavoratore. Tali Regolamenti però non hanno fissato uno specifico regime sanzionatorio sulla materia lasciando quindi i singoli Stati liberi di prevederlo o meno.

Premesso che in materia di “distacco” si pone in Italia un serio problema di concorrenza sleale,  e che diversi Stati membri si stanno muovendo autonomamente introducendo anche il “salario minimo garantito” esteso soprattutto ai vettori esteri (Olanda, Belgio, Austria, Germania, Francia) aventi modalità, procedure e caratteristiche sanzionatorie differenti. Una seria uniformità per tutta questa materia sarebbe auspicabile.

 

 

Il caso Austria

Con un’azione unilaterale e con l’inosservanza delle procedure comunitarie, il governo austriaco ha deciso di limitare il transito dei TIR al Brennero. Pertanto, fino al prossimo mese di luglio, sono stati individuati 25 giorni in cui sarà posto un filtro numerico al transito dei veicoli industriali (300 automezzi all’ora sull’autostrada Inntal) giustificati con la necessità di limitare il traffico e l’inquinamento. Una decisione che l’Austria non ha preventivamente condiviso venendo meno, di fatto, ad uno dei più famosi principi fondanti della Costituzione europea: la libera circolazione.

 

 

 

 

COMMERCIO

 

E-commerce

 

Le piccole imprese e l’occupazione ad esse legate subiscono sempre di più la concorrenza degli operatori online come Amazon, E bay,  Alibaba ed altri operatori. Parte importante del flusso di denaro dei consumatori finisce nelle casse di questi giganti del web a scapito delle piccole e medie imprese italiane, della nostra bilancia commerciale e del nostro erario. L’E-commerce non deve uccidere il commercio tradizionale.

L’emorragia di piccoli negozi e attività di vicinato è stata notevole negli ultimi dieci anni; i negozi sono calati di quasi 63mila unità (-10,9%) a fronte di un aumento di quasi 40mila unità (+13,1%) di alberghi, bar e ristoranti e di una crescita del 77,6% del commercio online o porta a porta. Nei centri storici di 120 città medio-grandi – secondo una analisi ISTAT – la riduzione dei negozi è stata dell’11,9%. E sono spariti soprattutto negozi tradizionali, come quelli alimentari e dell’abbigliamento.

Sappiamo che il commercio elettronico non è un fenomeno che possa essere fermato ma crediamo vada regolamentato dal punto di vista fiscale e sociale considerando l’impatto che ha sulle imprese e le famiglie italiane.

 

Dazi

La Confederazione Europea delle piccole imprese esprime la sua preoccupazione per la guerra dei dazi che vedrà come vittime principali le imprese che più in questi anni hanno contribuito alla crescita del paese aumentando l’export. Pur sapendo che questa guerra non è certo voluta dalle istituzioni dell’Unione chiediamo a queste di cercare il dialogo con l’obiettivo di interrompere la spirale di ritorsioni commerciali in cui si rischia di finire.

 

 

 

 

 

AGROALIMENTARE

 

PAC

Cepi e Agrocepi, la nostra federazione agroalimentare, esprimono la loro preoccupazione per il taglio della PAC previsto nel bilancio UE. Appare utile ricordare che l’Unione europea nasce anche sull’agricoltura, che è da sempre parte importante del bilancio dell’Unione, non appare per questo auspicabile che in un momento di crisi per le istituzioni europee si vada a colpire proprio questo settore. Chiediamo quindi che si faccia di tutto per scongiurare questa ipotesi.

 

Nuova programmazione

Chiediamo di rafforzare il reddito delle imprese con misure che le rendano maggiormente competitive e che le tutelino dalle cicliche crisi di mercato.

Riteniamo sarebbe utile inserire una specifica previsione nei piani di sviluppo rurale delle singole regioni affinché siano maggiormente integrabili fra loro. Sarebbe utile poter organizzare le misure per macro aree regionali.

 

 

Credito

 

Crediamo sia necessario consentire agli stati membri di poter intervenire con incisività nel settore del sostegno al credito delle imprese agricole. Le garanzie pubbliche sono uno strumento che fin qui a nostro avviso è stato usato con troppa parsimonia e poca flessibilità anche a causa di regolamenti che giudichiamo troppo rigidi.

 

 

 

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